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La Chiesa delle nozze
San Giovanni in Xenodochio
La chiesa
Le nostre nozze si celebreranno nella chiesa cividalese di San Giovanni in Xenodochio, situata nell'omonima piazza della città ducale. L'abbiamo scelta oltre che per la sua bellezza, anche perché è forse la meno conosciuta tra le varie chiese cittadine: ci piacerebbe quindi farla rivivere con il nostro matrimonio, facendole quindi occupare un posto speciale nel nostro cuore e facendola scoprire a tutti voi. Per i più curiosi, ecco di seguito alcuni cenni storici.
Il primo documento dove si trovano riferimenti al complesso di San Giovanni è un diploma dell'anno 792 - edito da Carlo Magno - che, elencando i beni pertinenti alla chiesa di Aquileia, ricorda appunto lo xenodochio (termine alto medievale che indicava case di ospitalità caritative per forestieri e pellegrini) di S. Giovanni Evangelista, edificato in Cividale dal duca longobardo Rodualdo, alla fine del VII secolo. In tale struttura è molto probabile che si continuasse ad assistere i pellegrini e gli infermi almeno per tutto il XII secolo, prima che funzionassero i vari hospitales cittadini, riuniti poi con quello più importante di S. Maria dei Battuti. Accanto allo xenodochio sorgeva appunto una chiesetta dedicata a San Giovanni Evangelista, l' “antenata” quindi della chiesa attualmente visibile.
L'aspetto della chiesa ha subito numerosi e sostanziali cambiamenti nel corso dei secoli. La prima importante ristrutturazione - che rivoluzionò completamente la struttura e la facciata dell'edificio sacro - avvenne tra il 1540 e il 1542, mentre la consacrazione ufficiale avvenne soltanto nel 1561, in presenza di Luca Bisanzio, Vescovo di Cattaro. Un dettaglio interessante riguarda la gestione dei lavori di ristrutturazione: il completamento delle varie tappe intermedie di questi lunghi lavori di rifacimento era festeggiato offrendo il “licovo” alle maestranze impiegate, una sorta di brindisi con merenda, di cui troviamo puntualmente annotate le spese (i cividalesi erano precisini sin dal medioevo).
Tra la fine del sedicesimo e il diciasettesimo secolo la chiesa si e' arricchita di decorazioni e opere di altissimo pregio, tra cui due dipinti del Veronese e la decorazione del soffitto ad opera di Palma il Giovane. Ulteriori lavori e numerose altre opere sono state commissionate durante tutto il diciassettesimo ed il diciottesimo secolo.
La nutrita sequenza di lavori nella chiesa acquista ancor più rilevanza considerando che nella parrocchia di S. Giovanni in Xenodochio la popolazione era, alla metà del Settecento, di sole 150 persone. La chiesa disponeva di cospicue entrate grazie alla vendita del vino ricavato da suoi terreni, la cui produzione si aggirava sui 100 conzi di vino, pari a circa 70 ettolitri, venduti a Cividale. Per evitare il pagamento del dazio che in epoca veneta gravava sui prodotti transitanti dalle porte cittadine, la conservazione di questo vino avveniva in una cantina appositamente affittata fuori del perimetro urbano, a Rualis. Possiamo quindi affermare che i cividalesi, oltre ad essere molto precisi in materie contabili, erano sia amanti del vino sia molto scaltri ad aggirare i vari dazi vigenti ai tempi (per fortuna allora non c'era la Guardia di Finanza).
Nel 1797 il patrimonio artistico delle chiese cittadine subì un grave depauperamento per la confisca ad opera dei Francesi occupanti Cividale ed anche la chiesa di S. Giovanni in Xenodochio e la fraterna di S. Rocco, che vi aveva sede, dovettero consegnare la loro argenteria. Ulteriori lavori di rinnovamento si sono protratti nel corso del diciannovesimo secolo, mentre nel Novecento non si hanno notizie di particolari modifiche strutturali. La chiesa ha riportato dei danni in seguito al sisma del 1976, che sono stati riparati negli anni immediatamente successivi al terremoto. In seguito l'edificio sacro è stato oggetto di un accurato e prolungato intervento conservativo che ha contribuito a riportare alla luce le bellezze di questa piccola ma ricca (di storia e di opere artistiche) chiesetta.
(la fonte delle informazioni storiche ivi riportate e' il sito della parrocchia di Cividale, nel quale vi e' una pagina dedicata appunto alla chiesa di San Giovanni in Xenodochio, a cura di Claudio Mattaloni).